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Le Psicoterapie

Nella Comunità Passaggi è offerta ad ogni ospite la possibilità di svolgere, oltre al gruppo terapeutico settimanale, un incontro individuale anch'esso settimanale con uno psicologo-psicoterapeuta esperto (anche di terapia comunitaria)*.

PSICOTERAPIA INDIVIDUALE
Questo spazio individuale non si connota come "psicoterapia a se stante" e sganciata dal contesto, ma si integra con tutti gli altri spazi terapeutici e riabilitativi della Comunità e lo psicologo si coordina con il resto dell'équipe, durante le riunioni, confrontando continuamente le osservazioni che emergono. Questa sottolineatura è fondamentale per ribadire che lo specifico terapeutico di una Comunità come la nostra risiede nell'articolazione di tutte le occasioni espressive e relazionali che la Comunità offre, e non nei singoli momenti connotati terapeuticamente.
Tale spazio individuale ha le caratteristiche dell'intimità dello scambio duale e proprio per questo consente ad ogni ospite la possibilità di raccontarsi in maniera diversa rispetto a quanto invece emerge nelle situazioni gruppali, e di ripensare alle proprie problematiche con modalità e tempi di sospensione e di maggiore riflessione e riservatezza, senza alcun vincolo decisionale e senza alcun orientamento al "fare".
Lo psicologo che svolge i colloqui individuali ha il compito di assistere ed accompagnare il percorso terapeutico comunitario concedendo all'ospite un ascolto privilegiato e personalizzato che si pone però in una dialettica sempre mobile rispetto tutti gli altri momenti gruppali della Comunità.
Questa dialettica individuo/gruppo teoricamente informata dal modello gruppoanalitico, si articola ulteriormente rispetto alla specificità della terapia comunitaria che vede sia nel serrato confronto con le famiglie, sia nella convivenza e nella quotidianità della vita comunitaria i suoi momenti più specifici.
Inevitabile quindi che lo spazio psicoterapeutico individuale diventi un importante e protetto momento di deposito e decantazione anche di quanto sta caratterizzando la vita comunitaria di ogni ospite, ma con la possibilità di rileggere con spirito critico e sguardo attento, nel qui ed ora della vita comunitaria (e dell'incontro individuale), il reiterarsi, talora patologico, di consolidate dinamiche personali e familiari nel tentativo di cogliere in queste ripetizioni quelle discontinuità che favoriscono l'emancipazione dell'ospite.

IL GRUPPO TERAPEUTICO
Il Gruppo Terapeutico si svolge settimanalmente ed è ha una conduzione orientata gruppo-analiticamente. È uno spazio riservato agli ospiti della Comunità nel quale ognuno può esprimere se stesso, le proprie gioie e dolori. Connotandosi come momento di sospensione e di non decisionalità, nonché di libera espressione, ognuno ha libera facoltà di parola, di racconto di sé, della propria storia, della propria attuale condizione.
Esso è anche un importante momento di confronto tra gli ospiti della Comunità nel quale si realizza, assieme ad altri momenti della quotidianità, la partecipazione attiva alla condizione altrui che consente la costruzione di una matrice terapeutica della convivenza. Il problema dell'altro diventa immediatamente il problema di ognuno e il problema di tutti, e tutto il gruppo, con l'aiuto dei conduttori si adopera, attraverso il rispecchiamento delle emozioni e degli affetti, a cercare soluzioni non ripetitive alle questioni emergenti.
La trama del Gruppo convivente della Comunità, viene dunque sostenuta dal Gruppo Terapeutico a tessersi gradualmente attraverso il raccontarsi e l'affidarsi di ognuno all'ascolto rispettoso di tutti gli altri che diventano co-pensatori e co-terapeuti delle proprie difficoltà, ma anche testimoni attivi e partecipi dei propri successi, dei propri snodi evolutivi.
Il conoscersi nel gruppo non è allora un conoscersi neutrale, ma al contrario un "toccare" l'altro collocandosi al suo fianco in un percorso di emancipazione personale per il quale i suoi successi e le sue conquiste ed i suoi dolori diventano immediatamente anche i miei.

Il Gruppo Terapeutico agevola inoltre, in quanto momento di deposito delle ansie, lo scioglimento ed il chiarimento della dinamiche relazionali più ingarbugliate che emergono durante la vita di Comunità sia nel gruppo dei residenti, sia nella relazione tra ospite e operatore o tra ospite e istanze istituzionali. Questo avviene grazie al principio di massima trasparenza che in esso vige.

Il Gruppo Terapeutico è una possibilità di riscatto dall'isolamento della propria condizione, ma anche di decentramento anti-narcisistico, nel quale il proprio segreto più gravoso diventa parlabile in un contesto che, inizialmente denso di dubbio o sospetto, diventa gradualmente accogliente e comprensivo.

Il gioco delle opinioni e dell'intreccio delle diverse storie altrui allora può diventare un punto di vista nuovo e alternativo che moltiplica le prospettive anguste e obbligatorie precedentemente vissute, ma anche un'occasione di problem solving di difficoltà pratiche, spesso impedite da paure, rigidità, ripetizioni.

INCONTRI FAMILIARI

La collaborazione dei famigliari al progetto di intervento in comunità è considerato elemento determinante e imprescindibile.

Non è ritenuto infatti sufficiente il solo consenso al trattamento da parte dei famigliari del futuro ospite ma è a loro richiesta una viva partecipazione e condivisione del progetto terapeutico nella sua interezza.
Di fatto l'intervento in comunità non si fa carico solo della sofferenza di cui è portatore un soggetto ma dell'accoglienza di tutte le questioni inerenti il nucleo famigliare di appartenenza.
L'incontro mensile , che è condotto dal responsabile del progetto individuale, esperto in dinamiche familiari, e dall'operatore di riferimento, richiede la presenza di tutti i famigliari disponibili e consente di rielaborare la genesi e lo sviluppo del disturbo nella ricerca di un significato condiviso che renda i drammatici accadimenti del passato mentalizzabili e non più resi impensabili dall'ansia.
Il fine di questi incontri è inoltre quello di consentire una maggiore comprensione della fenomenologia dei disturbi psichiatrici che consenta ai famigliari di raggiungere un attegiamento piu consapevole e responsabile nei confronti della dimensione esistenziale della sofferenza dell'ospite ma anche dei cambiamenti e miglioramenti intervenuti nel percorso comunitario per fare in modo che le risposte dei famigliari siano sempre più adeguate e coerenti a tali cambiamenti.
Gli incontri sono inoltre orientati a consentire una migliore gestione dell'emotività espressa da tutti i membri del nucleo famigliare , emotività che è spesso causa di forti tensioni e conflitti.

IL GRUPPO MULTIFAMILIARE
A tal fine gli interventi si strutturano secondo un continuum di cura: dalla Comunità, ad alta protezione, alla Fase Avanzata, a media protezione, fino al Gruppo Appartamento, con una presenza degli operatori alcune ore a settimana, secondo le esigenze dei singoli.
Il gruppo multifamiliare, è generato dall'incontro di più sistemi contemporaneamente: l'individuo, la famiglia, il gruppo di famiglie e il gruppo dei curanti con lo scopo, di costruire un quadro complessivo di riferimento per la concettualizzazione della malattia mentale e della sua cura. Questo metodo promuove la costruzione di uno scenario nuovo, all'interno del quale i vari nuclei familiari, compresi i pazienti, hanno la possibilità di mettere a confronto le proprie esperienze e di lavorare, davanti a un grande gruppo e con il suo aiuto: "sull'articolazione tra una famiglia un'altra, facendo scaturire la ricchezza delle somiglianze, delle differenze e delle contraddizioni, per generare nuove organizzazioni individuali e familari, allo stesso tempo" (J.G. Badaracco 2000).
In questo modo le storie si trasformano e si arricchiscono, consentendo di ricostruire una trama narrativa del disagio individuale e familiare, spesso semplificata o occultata, dall'etichetta diagnostica.